Squarcio di verità – poesia XXIII

Squarcio di verità. Sempre a Malta, verso la fine di novembre 2018. Stavo registrando alla Merlin’s library di Sliema un videocorso per aspiranti scrittori. Videocorso che, una volta terminato, ho dovuto registrare di nuovo dall’inizio una volta tornato in Italia a causa del rumore di sottofondo che a Malta ti accompagna ovunque tu sia. E di cui mi sono accorto solo a lavoro ultimato.

Ma in quell’isola senza silenzio ho avuto molte esperienze bellissime. Per esempio ho assaggiato il sapore della verità. Sì, della verità. Quella cosa che tutti vorrebbero avere ma che in pochissimi capiscono.

Forse è inutile circondare di parole razionali e ordinate secondo una logica da saggio ciò che fra le parole sta a malapena. La verità sfugge le logiche della ragione umana. Ed è per questo che ho preferito esplorarla con quelle logiche irrazionali dell’arte, che quando sopravvive ai germi della contemporaneità è ancora un via diretta all’assoluto.

Ma per quanto si possa assaggiare, alla fine non si fa inghiottire e quindi anche io mi sono limitato a sentirne a malapena il sapore. Come sempre accade nella vita con le cose realmente belle. Che poi forse è meglio così: le cose che finiamo per inghiottire non fanno esattamente una bella fine.

Il filmato è registrato alla Merlin’s library di Sliema.

POESIA XXIII
Squarcio di verità

Sole, sabbia, solitudine
È un tutt’uno vorticoso che mi porta in alto
Volo dentro la vita disconnesso
Veleggio verso il Cielo
E tutto si fa così piccolo
Popoli, Re e Presidenti
Granelli di sabbia portati dal vento
Percepisco il Tutto e il Nulla che danzano la salsa
Il Bene e il Male che fanno l’amore
E l’indicibile che si fa parola.
‘Allright?’ mi chiedi vedendomi perso
E mi riporti con i piedi a Spinola,
Sulla roccia della realtà in cui sono esiliato.

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