SE DEVI BIASCICARE PREGHIERE SENZA CUORE PRENDI UNA TAVOLA E BUTTATI IN MARE.

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Dai, chiunque lo abbia provato sa che governare un windsurf è una preghiera molto più efficace di tanti pellegrinaggi a Lourdes. Con tutto il rispetto per i protocolli codificati, flirtare con il creato resta, da San Francesco in poi, la via più diretta a vedere il volto di Dio. Prega con il windsurf allora! E sarai felice.

Ieri sono andato in mare qui a Porto Corsini – ridente località vicino a Ravenna che prende il nome dal Cardinale pontificio che ha restaurato il canale – con una tavola comoda e una vela da 5 metri. C’erano 10 nodi di scirocco e il mare quasi piatto. Anche una suora orsolina di 80 anni riuscirebbe a windsurfare con queste condizioni. Senza neanche scompigliarsi la tonaca.
Eppure io, che ho 36 anni e che forse per conquistare le donzelle che restano a riva dovrei con il windsurf puntare a cose più fantasmagoriche come saltare sulle onde e planare con 30 nodi, continuo a venire a flirtare con il mare quando le condizioni sono queste. È il modo migliore per rimanere da solo, là in mezzo alle onde, costretto a scendere a patti con il vento che come lo Spirito soffia dove e come vuole. Un attimo si ingrossa e rischi di venir trascinato violentemente nelle acque con il tuo windsurf, un attimo molla e ti fermi nella calma piatta con il rischio di non ripartire più. Lo preghi, quel vento, perché sai che è proprio come lo Spirito Santo, Ruah Elohim, e se lo preghi con il cuore prima o poi ti mostra il Suo lato più misericordioso. Cosa può esserci di più mistico di questo? I mistici oggi non sono abbarbicati su colli sperduti o inalberati su colonne solitarie come nell’antichità. I mistici oggi hanno tavole da surf e vele per viaggiare dentro se stessi. Mistici da windsurf.
Sarà per queste mie follie che mi sento cattolico ma mi sento poco “romano”. I cattolici a Roma vanno nei templi cristiani d’estate con la giacca e la cravatta, a sudare e a vedere chi c’è nel tempio, o come dicono loro (e come dite in troppi) “in chiesa”, dandosi del “lei” e storcendo il naso se qualcuno entra con i pantaloni corti. Figuriamoci se li giudico, è un modo di prega re anche quello, ma io d’estate preferisco andare mezzo nudo a lodare Dio fra i Suoi venti, baciato dal Suo sole e bagnato dalla Sua acqua salata, e sognando di tornare nella Sua terra senza affogare. Quattro elementi che si mischiano e che insieme a me cantano la lode di quel Signore onnipotente che non smette mai di sorprenderci. Se fai windsurf anche solo una volta magari non lo chiamerai Dio, ma finirai per averlo visto.
Poi ovviamente rinsavisco e dopo aver chiesto perdono per la mia superbia vado a fare la comunione, e mi sento unito nel cuore e nello spirito anche a quei romani tutti sudati che vanno nei templi romani in giacca e cravatta ad esibire titoli e onorificenze. Mentre io sto in mare a lodare il Signore.