Suburra: apriamo gli occhi, preghiamo tanto. E spostiamo la capitale

Ho appena finito di guardare il film Suburra. E a caldo mi viene da scrivere di getto: un vero capolavoro che ogni italiano dovrebbe vedere. Un film che dovrebbe farci capire almeno due cose:

  1. La prima cosa è che Roma, la città più bella del mondo, la sede del potere più antico dell’Occidente, non è più adatta ad accogliere il potere chiamato a gestire l’Italia. L’intreccio del malaffare, che Suburra così chiaramente racconta, buttandoci dentro emozioni fortissime, è il gioco che strozza l’Italia. Chi va a Roma oggi si corrompe. Perchè è circondato da una suburra, appunto, che influenza direttamente il potere. I soldi che i cittadini italiani pagano finiscono a Roma. Che è un po’ come dire: gettiamo i nostri cibi migliori nel trogolo dei maiali. E loro sì che si ingrassano e si rafforzano. Suburra mi ha riportato a galla una proposta che se potessi vorrei sussurrare nell’orecchio a Matteo Renzi: spostiamo la Capitale. Diamo la possibilità a Roma, la città più bella del mondo, di liberarsi dal potere che la corrompe. Lo avevo scritto ancora nel 2012 nel sito di Fabrizio Rondolino: spostiamo la Capitale a Firenze. Ed approfittiamone per ripulire Roma.
  2. La seconda cosa, che per valore è la prima, è invece: la Roma Caput Mundi, sede del Papato e Città Principe della Cristianità ha bisogno di preghiera. Di tanta preghiera. Ma non di quelle preghiere biascicate distrattamente e pensate solo con la testa, che non servono a nulla. Roma e la sua suburra hanno bisogno di quelle preghiere che fanno battere il cuore e gli fanno abbracciare tutto ciò che ci circonda. Costringiamo i preti e tutti quelli che si dicono cattolici a pregare come matti per Roma. Perchè Roma va amata dal più profondo del cuore, ed è solo amandola che possiamo cambiarla. E chissà che da quella preghiera non nascano opere di pulizia.

Guardatevi Suburra e ditemi se non ho ragione. Guardatevi Suburra e smentitemi se sbaglio. Tanto è verosimile quella storia quando è accorato il mio appello: salviamo Roma. Salviamo l’Italia.

Suburra
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