Capitolo III – Sul Monte Capanne

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Capitolo III – Sul Monte Capanne
Camminando per un promontorio ho incontrato una bella ragazza. Ho sorriso. Mi ha sorriso. ‘Hola’ mi ha detto. ‘Hola ho risposto io. Ed è iniziato un dialogo. Lei era messicana, studiava recitazione a New York ed era finita all’Elba per caso. Era all’isola insieme a due amiche cilene, attrici pure loro. ‘Siete già state a Marciana alta?’ chiesi. Lei fece cenno di no. ‘Se volete vi porto domani sera a vedere il tramonto e mangiare una schiaccina’, ho provato io. Lei ha sorriso, dicendo ‘vediamo’. Le ho dato, come mia consuetudine, il mio numero di telefono. Sapendo che non avrebbe chiamato. E l’ho vista andare via, sinuosa come solo un’attrice sa essere. Alla mattina dopo mi trovo un suo messaggio: ‘È ancora valido l’invito per stasera? Posso portare le mie amiche?’ Le vado a prendere e mi ritrovo in macchina lei insieme a due cilene, sensuali e sbarazzine. Le avrei volute baciare tutte guardando il tramonto, invece le ho portate a Marciana in un ristorantino che si affaccia sul monte Capanne. Ci sediamo e iniziamo a mangiare. In quel clima così sereno, mentre le tre ragazze stavano parlando di globalizzazione e religione, mi sono accorto che una di loro stava cambiando espressione. I suoi occhi neri, profondi e luminosi, stavano assumendo le tinte della notte e si stavano riempiendo di una strana rabbia disumana. Stavo per esclamare ‘ehi che succede’ quando sono stato inchiodato dagli occhi delle altre due, che si sono fatti pungenti come ricci di mare. Di botto tutto ciò che mi circondava si è trasformato in buio profondo e sono rimasti solo quei visi, cattivi e arrabbiati come demoni. Le loro voci sono scomparse e ne è apparsa una unica, spettrale, che usciva contemporaneamente da tutte e tre le loro bocche: ‘Perchè non ascolti?Devi salvarla. Hai capito? Devi salvarla!’ Io mi sono sentito come schiacciato da una paura sovraumana. Ma non ho fatto in tempo a trovare una risposta che la luce intorno a noi è tornata e le loro voci hanno ripreso a squillare sui loro sorrisi latini. ‘Cos’è quella faccia?’ mi ha chiesto una delle cilene vedendomi terrorizzato. Avrei voluto dare una risposta ma mi sono ritrovato disperso nel labirinto della mia mente.

 

Sul monte Capanne

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