Silenzi maltesi – Poesia XVI

Silenzi maltesi. La pietra più preziosa e rara che si possa minare sull’isola. Mi stavo godendo un tardo ottobre 2018 all’insegna del sole che scalda l’aria, l’acqua e soprattutto le teste di gli capita sotto. Fra bagni in mare, passeggiate in pantaloni corti e tanti incontri mi stavo semplicemente godendo un’isola speciale che continuava ad accogliermi a braccia aperte.

Girando per l’isola, che essendo tale potrebbe ispirare al visitatore qualche sapore legato alla pace e alla tranquillità, ho scoperto che la modernità ha invece fatto diventare questo scoglio un albergo di confusione.

Non parlo semplicemente del traffico infernale con cui si automaledice ma del fatto incontrovertibile che non esiste un solo angolo dell’isola in cui non ci sia un inquinamento acustico ben oltre la soglia della sopportabilità. Il boom economico ha fatto diventare Malta un enorme cantiere, in cui si mette cemento su cemento e lavori su lavori.

Ecco perchè i silenzi maltesi sono diventati ciò che più si cerca su quell’isola senza silenzio. Di cui continuo ad essere innamorato ovviamente. E non si può amare la propria fidanzata facendo finta che non abbia un neo sulla fronte. E lo dico perché i maltesi tendono a non gradire quando uno straniero scrive un appunto critico.

Così ho scritto alcuni brevi componimenti su questo tema, tirandoli fuori dalle mie interiora dove ribollivano rabbia e insoddisfazione, poi trasformate in placida accettazione.

POESIA XVI – Silenzi maltesi

Si insinua strisciando come serpente
Il rumore rutilante della modernità
Tintinna con la tecnologia
Esplode con l’evoluzione
Detona con il danaro
Poi ascolto in un’alba autunnale
Le nuvole nude e annodate
Le rocce allegre e armoniose
E scopro con l’orecchio sorpreso
Che la terra è un tempio in cui tacere

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