L’incesto di Duchamp

L’incesto di Duchamp

L’incesto di Duchamp

Duchamp è stato l’artista che più di chiunque altro ha influenzato quello che viene chiamato “contemporaneo”

Duchamp è alla radice di molte delle estetiche che ci portiamo addosso

senza neanche saperlo

bisogna partire dal Dada, da uno dei suoi manifesti, quello di Tristan Tzara del 1918

«DADA non significa nulla», il nulla è la cornice in cui il dadaismo vuole inquadrare il mondo, 

«L’opera d’arte non deve rappresentare la bellezza, che è morta».

«C’è un grande lavoro distruttivo, negativo da compiere: spazzare, pulire. Senza scopo né progetto alcuno, senza organizzazione: la follia indomabile, la decomposizione»

nigredo, appunto

Duchamp ha raccolto la spinta del Dada e l’ha portata alle estreme conseguenze

non si può capire Duchamp senza capire il Grande Vetro, il suo vero nome è “Mariée mise à nu par ses célibataires, même”, “La sposa messa a nudo dai suoi scapoli, anche”

«in tutta la mia vita non ho fatto che un’opera, il Grande vetro», disse

Duchamp è complesso

geniale, complesso e tremendamente oscuro

Non si può capire Duchamp senza leggere Arturo Schwarz

Duchamp artista “spretato”, così si chiamava

Duchamp figlio del Romanticismo, dell’occultismo, anche di quello satanico

Duchamp che si ritraeva con le corna fatte dalla schiuma da barba, eco di Bafometti ottocenteschi

Duchamp erede di una tradizione che parte da lontano

parte dall’alchimia

nell’alchimia l’ultimo stadio della grande opera, l’opera al rosso, la rubedo, arriva con l’unione del maschile e del femminile

l’androgino

il Cristo nei primi secoli veniva rappresentato come androgino

è il Cristo la rubedo cristiana

ma Duchamp vive nell’era in cui l’universo è stato ribaltato, Blake, Eliphas Levi, la Blavatsky

Dio è cattivo, Lucifero è buono

bisognava ribaltare tutto

Duchamp aveva una sorella, Suzanne

aveva una passione per lei

un’ossessione per lei

morbosa, erotica, sessuale

tutte le sue opere più significative ruotano intorno al rapporto con la sorella

in quell’ossessione germoglia l’occulto di quei tempi

nel Grande Vetro Duchamp raccoglie tutte le istanze che ruotano intorno al suo rapporto con sua sorella

il Grande Vetro è la rappresentazione della dinamica alchemica dell’androgino

lui e sua sorella

il tema dell’incesto è già stato sdoganato dai romantici

si uniscono fratelli nel nel Laon and Cythna di Percy Shelley e implicitamente nel Manfred di Byron, entrambi del 1817, 

fratellastri, come nel Bride of Abydos di Byron del 1813, 

primi cugini, sempre nel Bride of Abydos e nella versione del 1818 del Frankenstein di Mary Shelley, 

fratelli adottivi, come nel Thalaba the destroyer di Southey del 1801 e nella versione del 1831 di Frankenstein e nella revisione del Laon and Cythna di Percy Shelley del 1818, 

d’altra parte Byron faceva sesso con la sorellastra, figlia dello stesso padre, Augusta Leigh

ecco, come scrive Arturo Schwarz «l’incesto è considerato un mezzo per risolvere le contraddizioni della dualità maschio femmina»

1 16 T, basta leggerlo in francese

l’incesto per Duchamp è il modo per creare il nuovo androgino

ha interpretato più a fondo di chiunque altro l’essenza della fase estrema della nigredo occidentale

ha creato un androgino antico, ma dissacrato

Duchamp si travestiva da RRose Selavy 

giochi di parole: la rosa è Levi, Eliphas Lévi, l’autore del Bafometto in cui cercava di trasformarsi con la schiuma da barba

androginia sì, ma oscura

tutti sorridono per l’opera di Duchamp che ritrae la Gioconda

“ha messo i baffi alla Gioconda”

definiscono “ironica” quell’opera

l’opera si chiama L.H.O.O.Q. in francese, suona come la frase “Elle a chaud au cul”, “Lei ha caldo al culo”

una donna, ma con i baffi, un androgino, ma con le fiamme intorno

una cosa terribilmente seria

tutto quello che ha fatto andava nella direzione di creare un androgino

satanico

non un Cristo

un anticristo

e per me Duchamp, lasciatemelo credere, lo sapeva, aveva consapevolezza, piena consapevolezza di ciò che incarnava, lo sapeva di lavorare con la forza dell’anticristo, genialmente inserito nella logica alchemica della nigredo, nulla era fatto a caso, sapeva che la storia gli chiedeva di distruggere

e lo ha fatto fino in fondo, fino all’anima più intima dell’Occidente, la sua anima cristica

Secondo Jean Arp, uno dei fondatori del Dada, Tristan Tzara inventò questa parola, Dada, alle 6 del 6 febbraio 1916, se i numeri dovevano avere un significato, 666 è un numero piuttosto riconoscibile.

la distruzione dell’Occidente cristiano non ha mai incontrato un momento più distruttivo di questo

Duchamp ha coniato l’espressione “underground”, gli artisti secondo lui devono andare “underground”, sotto terra

sono rimasti lì

a inseguire l’anticristo


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