La Regina Bianca

Nell’Opera al Bianco l’anima si fa femmina
ogni creatura si fa bambina
Negli occhi della Regina
alba in ogni volto,
albedo in ogni sguardo,
il tempo si ferma alla mattina
Così femminile è la rinascita, Yin, metà del creato incastonata nel tutto
Venere nasce dai flutti
il femmineo pervade l’umano, dalla culla al lutto
Una Madonna in attesa dell’angelo
una Maddalena dentro il vangelo
Femminile, Yin, ogni rinascita ha sete di femminile, materno anche senza figli
la sua corona è fatta di gigli
Bianca, come neve che non ha conosciuto fango
come silenzio che precede il primo canto
come luna che promette
La Regina nuota nuda nel latte
Non porta spade né scettri
non ha spettri né ombre
non ha tatuaggi né cicatrici
tutti i suoi attimi sono felici
Nigredo di putrefazione
albedo di purificazione
Donna velata
Regina Bianca
Madre segreta
Nel principio era l’acqua
-l’acqua è donna
Nel principio era il grembo
-il grembo è di donna.
Nel principio era il Verbo
E il Verbo si è fatto carne
e il Verbo è cresciuto in una Donna
A piedi nudi a schiacciare il serpente
non mente la Sapienza
senza peccato Eva redenta
il mondo ha ancora la placenta
«Tu sei tutta bella, amica mia, e in te non vi è macchia.» (Cantico dei Cantici 4,7)
tutto il mondo a te si inginocchia
Vi è venerazione profonda dell’uomo per la Donna
venerazione antica, ancestrale, arcana
memorie d’acqua cullati nel grembo
siamo nell’Uno, fuori dal tempo
androgino d’amore nell’unione con la mamma
musica senza pentagramma
Il contemporaneo ha fatto di tutto per scolorire la Donna, ogni cosa si definisce nel confronto con il suo opposto, il contemporaneo ha fatto saltare i ponti fra maschile e femminile, li ha messi in guerra, ha prosciugato la fonte del confronto, condannato all’isolamento il femminile è stato costretto a far germogliare in sé gemme di maschile, si torna sempre lì, all’androgino anticristico
Il contemporaneo fa di ogni donna un atomo in pena
il postcontemporaneo fa di ogni donna una Regina

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