Il grido dei risorti

Χριστὸς Ἀνέστη, καὶ φῶς ἐξῆλθεν ἐκ τάφου,
νέκρος γέγονε θάνατος, οὐκέτι σκιὰ.
Ἄνθεσι γῆ στεφανοῦται, πτηνὰ ἀείδουσι,
ψυχαὶ δ’ ἐγείρονται φέρουσαι ἐλπίδα
Ζῇ τὸ φῶς, ζῇ ἡ ἀλήθεια ἐν καρδίαις,
νῦν καὶ ἀεί, εἰς τοὺς αἰῶνας τῶν αἰώνων.
Cristo è risorto, e la luce è uscita dal sepolcro,
la morte è divenuta morta, non c’è più ombra.
La terra si corona di fiori, gli uccelli cantano,
e le anime si destano portando speranza.
Vive la luce, vive la verità nei cuori,
ora e sempre, nei secoli dei secoli.
Se non risorgi finisci alla prima morte
una civiltà senza resurrezione termina alla prima morte
l’Occidente dura da più di duemila anni in uno straordinario ciclo di morti e resurrezioni
c’è una parola che riassume tutto
è quasi proibita questa parola in Occidente oggi
Cristo
e ancora più proibito è ciò che la precede
Gesù
storia e mistero si intrecciano in un nome
un nome che promette la salvezza
nella nostra memoria si sovrappongono innumerevoli generazioni che hanno sussurrato
detto, gridato, dipinto, musicato
“Cristo è risorto!”
sopravviviamo allo scorrere del tempo con la forza di un grido
il grido dei risorti
risorgere è l’atto più naturale che ci sia
fenici, Osiridi, Dionisi, Adoni, Persefoni, mattini, primavere
neppure ce ne accorgiamo e ogni ventiquattro ore la notte risorge in giorno
l’inverno in primavera
la tristezza in gioia
il nostro corpo cammina nel tempo in linea retta, la nostra anima in circolo
nessuna reincarnazione, pura eternità
vita in assenza di tempo
tempo, cornice della morte
i risorti gridano di un’eco eterna
tu puoi risorgere
tu puoi gridare
il contemporaneo è morte che non uccide
il postcontemporaneo è resurrezione

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