Teatro Masini, Faenza: la provincia incontra il mondo. E la Romagna mostra il suo volto migliore

Teatro Masini, Faenza: la provincia incontra il mondo. E la Romagna mostra il suo volto migliore

teatro masini

Al teatro Masini oggi ancora una volta mi sono reso conto che sono un provinciale. Un romagnolo orgogliosamente provinciale. Ho girato il mondo ma non sono riuscito a togliermi di dosso questa identità. E per me “provinciale” è il miglior complimento che si possa fare. Per cui ne vado fiero.

E quindi gioisco quando vedo che la Romagna fa sopravvivere questa genuina e sana provincialità.

Oggi sono stato a Milano ad una riunione per il nuovo libro intervista che ho scritto con Ettore Gotti Tedeschi. Ma alle 18 dovevo essere ad intervistare gli attori di “Cancun”, lo spettacolo in scena al teatro Masini. Grazie a Ruggero Sintoni e ai ragazzi di Accademia Perduta-Romagna Teatri che continuano a coinvolgermi.

Una macchina Ravenna-Bologna, un blablacar Bologna-Milano, la riunione, un treno Milano-Bologna. E poi uscito dall’inferno dei semafori bolognesi mi sono catapultato al teatro Masini.

E oggi più che mai mi sono reso conto di quanto siamo fortunati noi che viviamo in Romagna. Ma non solo perchè non abbiamo la cappa carrieristica che aleggia su Milano, nè il suo smog, nè il traffico e i semafori di Bologna. No. Il nostro bello è che a differenza di tutti gli altri, che hanno addosso migliaia di maschere plastificate, noi siamo noi stessi.

Ho avuto la fortuna e il privilegio di fare questa intervista pubblica a Mariangela D’Abbraccio,  Blas Roca-Rey, Giancarlo Ratti (che, con il peso della giornata che pigiava sui neuroni, sono riuscito a chiamare Riccardo) e Nicoletta Della Corte.

Al ridotto del teatro Masini abbiamo parlato dello spettacolo, del futuro del teatro e pure di Eduardo De Filippo. Ma soprattutto siamo stati noi stessi. Specialmente le signore che sono intervenute. Io vado veramente orgoglioso delle signore di Faenza che vanno a teatro con addosso quell’eleganza che la nuova generazione ha dimenticato. Portando con loro la nostra semplicità romagnola, la nostra dignità di primi della classe, e quel sapore genuino che a Faenza assume caratteri particolarmente piacevoli. Tutto questo è molto bello. Queste signore le trovo bellissime.

E vedere poi, questa sera, il teatro strapieno di questa bellezza mi ha messo dentro una sensazione agrodolce. Orgoglio, perché questa nostra bella provincialità è straordinaria e io ne faccio parte. Ma anche malinconia, perché questa bellezza appartiene ad una generazione che non l’ha trasmessa a quella successiva.

Uscito fuori, e incappato in piazza in una ragazzetta con l’anello al naso mi è venuto da chiedermi: ci saranno ancora delle bellissime signore a riempire il teatro Masini fra 50 anni?

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Da sinistra: Paolo Gambi, Mariangela D’Abbraccio, Blas Roca-Rey, Nicoletta Della Corte, Giancarlo Ratti

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