La diversità del cigno

La diversità del cigno

La diversità del cigno

È così diverso il cigno

da cosa poi?

Da se stesso prima di diventare se stesso

brutti anatroccoli e favole senza tempo

siamo tutti diversi

versi uguali stridono all’orecchio

mosaico di tessere uguali, inutile e senza sapore 

c’è parecchio lavoro da fare

pulizia della peggiore ideologia

‘uguaglianza’, la più grande menzogna mai gridata, in francese poi

in tutto l’universo non ci sono due atomi uguali 

e neppure due cigni 

la bellezza corre sui fili della diversità 

la verità la chiede a gran voce

senza paura, senza timore

siamo tutti diversi

nella forma e nell’odore

nel colore e al tatto

un cane non sarà mai un gatto

un matto è diverso da un saggio

Che poi quelli che gridavano egalité li ha già smascherati definitivamente Orwell, fattorie, animali, uguaglianza a gradi di diversità 

Consapevolezza del presente

mente il contemporaneo sul mondo

da tondo lo vuole quadrato 

beata benedetta diversità 

senza di te non potrà mai esserci verità

il mondo sembra imbrigliato in una corsa folle verso l’uguaglianza

nella stanza del potere il mondo vuole rendere tutto uguale

male ci hanno provato, in Unione Sovietica

non ci sono riusciti

armi di perdizione ritrovate e affilate

l’odio dei lavoratori contro i padroni diventa odio di donne contro uomini

di neri contro bianchi, la storia viene riscritta, siamo stanchi

l’arma si affila nella colpa

la polpa di questa ideologia è che vuole farti sentire colpevole

razzista, fascista, omofobo, misogino

ogni mattino come funghi nascono fobie 

scie di aerei e mezzi di comunicazione 

-e intanto il cigno continua la sua predicazione 

il contemporaneo è ossessionato dalla chimera dell’uguaglianza

il postcontemporaneo è saldamente aggrappato alla ricchezza della diversità


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