Cos’è la poesia?

Cos’è la poesia? Mi faccio questa domanda da anni e forse ho trovato una risposta.

Cos'è la poesia?

Cos’è la poesia? Una domanda antica come gli umani

Per quanto indietro vada la memoria degli esseri umani si incontra poesia. Facevano poesia i nostri nonni, gli uomini rinascimentali, medievali, romani e greci, facevano poesia le civiltà antiche e forse già gli ominidi capaci di parlare. Per quanto si spazi nel globo terracqueo ogni civiltà fa poesia. Dal momento in cui l’essere umano ha iniziato a parlare ha iniziato anche a fare poesia.

E nel momento in cui si è ritrovato a farla ha cercato anche di capire in senso razionale cosa stesse facendo. E questo è più complesso. Certo, si può sempre dare una definizione più o meno razionale di cosa sia poesia. Ma ciò che chiamiamo poesia è un’attività che si stende su dimensioni dell’umano che la ragione fatica a comprendere. Ecco perché ogni era ha in realtà una diversa visione e quindi una diversa definizione di poesia.

Per gli uomini antichi poesia era suono che conteneva memoria di ere mai esistite, come quei canti da cui ha attinto Omero per l’Iliade e l’Odissea, con rigide metriche e melodie di accompagnamento a cui appigliarsi per ricordare.

Per molti secoli, nell’era di Gutenberg, la poesia consisteva prevalentemente in parole imprigionate nei fogli di carta di libri che circolavano attraverso gli occhi, nuove forme, nuova concezione di poesia, con la musica che prende altre strade e la metrica che lentamente perde il proprio significato.

E oggi?

Oggi la domanda “cos’è la poesia” non smette di pulsare, ma lo fa in un mondo profondamente cambiato. I libri, dove la poesia era rimasta confinata per secoli, sono oramai strumenti di nicchia, tutti i costrutti mentali e sensoriali dell’era di Gutenberg sono decaduti o stanno finendo di decadere. Quindi siamo in una fase di profonda ridefinizione della poesia. Questo significa che non possiamo continuare a definire cosa sia la poesia pensando ai nostri nonni, a metriche antiche o a parole scritte semplicemente sulla carta, serve una riflessione profonda che connetta la consapevolezza di questa antica arte con questo presente tecnologico e in perpetuo movimento. La risposta quindi non si nasconde fra la razionalità delle parole. Forse bisognerebbe piuttosto chiedersi perché ci interessa la poesia.

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