Gioia – Poesia XXII

gioia malta valletta
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Gioia. Ne provavo parecchia il 18 novembre, a Malta. L’isola in cui ero fuggito dai miei dolori e dalla vita che aveva tirato fuori le unghie era buona in quei giorni. Mi regalava il mare, il sole e nuovi amici che si intrecciavano come in una poltrona di vimini. Su cui non potevo non adagiarmi sorridendo pieno di me.

Tanti bagni in mare sono garanzia di buona salute e buon umore. Certo, non dappertutto si possono ancora fare dopo metà novembre senza rischiare di diventare cibo per pesci. O senza avere sangue russo. E guardacaso su quegli scogli dove andavo tutti i giorni incontravo un sacco di russi. E un sacco di pesci.

La maggioranza delle poesie o presunte tali che circolano su instagram raccontano i dolori di chi le scrive o gli amori di chi li vorrebbe vivere. Per me risultava importante condividere qualcosa di bello che mi si agitava dentro. Un buono spirito, buone energie. Quel qualcosa che mi si presentava fra gli scogli e il mare.

Ma volevo anche farlo trovando una forma mia, una firma. Per la seconda volta ho deciso di condividere come immagine su instagram il testo scritto, sperimentando un font che non avevo mai usato prima. L’idea di alternare filmato o foto a testo scritto l’ho semplicemente presa da Rupi Kaur, che, almeno intorno a quel periodo, così faceva.

Un’emozione semplice, basilare, che tutti dovremmo riuscire a conoscere e a vivere. E che le parole e la poesia dovrebbero aiutarci ad esplorare.

POESIA XXII
Gioia

Il sole mi pulsa fra le costole,
Il vento mi soffia nelle vene,
Il mare riluce nei miei occhi.
Correre, gridare, ridere:
Nulla basta ad imbrigliare quest’energia.
Mi possiede.
E io mi lascio possedere.

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