Il Senatore Capelli
Questo è il mio saluto al Senatore Cappelli. Sono appena tornato dal suo funerale a Sarsina. C’era tutto il paese e tutta la Romagna tra la chiesa e la piazza per salutarlo.
Di lui ho già scritto qui, ma vorrei far rimanere qualche parola per il futuro. Con lui se n’è andato un pezzo importante di Romagna. Ai tempi d’oro è stato onorevole, senatore, sindaco per più di 50 anni. Ma il potere non lo ha corrotto. Come solo a un romagnolo può veramente accadere.
Pensare al senatore Cappelli personalmente significa pensare ai miei vent’anni. Quando lui presidente e io coordinatore del MAR combattevamo da idealisti per l’autonomia della Romagna. Lontani da leghismi di sorta, volevamo far chiedere ai romagnoli se volessero avere una regione autonoma o se invece volessero continuare a farsi comandare da Bologna.
Il referendum non l’abbiamo ottenuto. Ma è anche grazie al senatore Cappelli se oggi il tema dell’autonomia della Romagna è stato del tutto sdoganato e si sta arrivando a progettare un’area vasta o città metropolitana unica per tutta la Romagna.
Ma il senatore Cappelli era un vero democristiano. Uno di quelli della vecchia guardia, di quelli che avevano conosciuto le macerie della guerra e la ricostruzione. Il senatore Cappelli era un buono, un pacifico. E beati i pacifici. Che erediteranno la terra.
Ora il compito è quello della memoria. Ricordare un personaggio come lui. Si sa che è presto per pensare a vie, piazze e altre intitolazioni. Ma l’importante è ora innalzare una bandiera. Quella che chiede a gran voce che la memoria del senatore Cappelli non si perda, e non si annacqui nella riscrittura della storia che spesso avviene. Il senatore Cappelli era un romagnolo vero, e lo è stato sino in fondo. Ed è proprio in questo modo che io continuerò sempre a ricordarlo.
Grazie, Senatore Cappelli.
Grazie mille! Era proprio quello che mi serviva! http://cresceresognare.blogspot.com/
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