Se La religione è l’oppio dei popoli l’ateismo è l’eroina

Se La religione è l’oppio dei popoli l’ateismo è l’eroina

La religione è l'oppio dei popoli

Il Papa era a cena con l’imam della moschea di Roma e il presidente della Camera. Una cena privata. L’angelo custode svolazzava per la stanza inquieto. Fu allora che entrò il segretario del Pontefice.

“Santità, Santità! Guardi cosa succede”. E accese la televisione.

C’era appena stata la strage. I terroristi dell’ISIS si erano appena fatti esplodere, portando via con sé vite di innocenti.

“Che brutalità! Come si fa a fare questo in nome di Dio?” esclamò il Papa mettendosi le mani in faccia.

L’imam della moschea di Roma era sbiancato e non riusciva a parlare. Il presidente della Camera si  rivolse subito al Papa:

“Anche voi facevate le crociate. La religione è l’oppio dei popoli”.

Il Papa e l’imam si girarono perplessi verso il presidente, entrambi senza parole. In tv scorrevano le immagini del massacro, fra luci di sirene e messaggi di odio.

“Beh, lo sappiamo che l’islam è solo ad uno stadio più arretrato. Il cristianesimo era così secoli fa. Le religioni sono fatte così”.

L’imam ebbe un guizzo negli occhi. E chiese: “così come?”.

“Irrazionali. Portano a queste stragi. Gli uomini dovrebbero liberarsi dal fardello della religione. La religione è l’oppio dei popoli, lo volete capire? Vanno sradicate. Ma vedrete che succederà presto!”.

Il Papa e l’imam si guardarono negli occhi. L’angelo custode si attaccò all’avambraccio del Papa, che stava per decollare in un pugno ben piazzato alla mascella, riuscendolo a fermare. L’imam diventò rosso in viso, ripetendo sottovoce “La religione è l’oppio dei popoli” e se avesse potuto gli avrebbe azzannato il collo. Ma l’angelo custode si mise in mezzo a loro e tornò un po’ di pace.

“Lei conosce i suoi genitori?” chiese allora il Papa.

“Che domanda è, certo che conosco i miei genitori” rispose il presidente scocciato.

“Bene. Se adesso arrivasse qui un tagliagola e tagliasse la gola a tutti in nome dei suoi genitori lei che direbbe?”.

“Che è un pazzo”.

L’imam sorrise. E si insinuò chiedendo:

“E secondo lei quindi perché questo pazzo sarebbe venuto qui ad ammazzarci trovando come scusa i suoi genitori?”.

“Perché il Papa rappresenta la Chiesa cattolica, lei rappresenta l’Islam, io rappresento lo Stato. C’è sempre la politica in mezzo”.

“E di noi tre chi è il politico?” lo incalzò l’imam.

“Io, certo, ma…”.

“Ciascuno si prenda quindi le proprie responsabilità” intervenne imperioso il Papa. “Ma ora basta, preghiamo per le anime di queste povere persone che hanno perso la vita. Se anche lei non ci crede e anime meritano rispetto”.

E l’angelo custode, a cui risuonavano ancora nelle orecchie le parole “La religione è l’oppio dei popoli”, chiudendo le ali versò una lacrima.

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