Facciamo fuori il Marchese del Grillo e salviamo l’Italia
Gli inglesi hanno nel sangue il Bill of Rights, o le teorie di John Locke, Edmund Burke. I francesi hanno la loro rivoluzione, o Montesquieu e Rousseau. I tedeschi hanno Kant. Gli americani hanno i Padri fondatori.
Noi italiani, con tutto quello che potremmo avere, abbiamo un unico padre fondatore: il Marchese del Grillo. L’unica logica che conta nelle stanze del potere come fra il popolo è quella. Non c’è più niente dei filosofi medievali, di Machiavelli, Beccaria o Mazzini, di Leonardo o dei sovrani illuminati. C’è il Marchese del Grillo, le cui logiche continuano a vivere dentro di noi.
Non c’è a giustizia sopra a tutto. C’è lo status. Se sei il Marchese del Grillo sei il Marchese del Grillo. Se sei figlio di notaio è normale, ed anzi giusto, se anche tu diventi notaio. Se sei figlio di politico è bene che anche tu diventi politico. Se sei figlio di cantante è naturale che tu abbia una bella voce. E quando sei qualcuno puoi fare quello che vuoi. Perchè c’è comunque una logica che non ti condannerà. Sei il Marchese del Grillo. E se non sei figlio di nessuno e vuoi fare qualcosa devi trovare un cardinale protettore. Viviamo di fatto come se ci fosse ancora il Papa Re. Tutti tolleriamo, nessuno si ribella. Abbiamo Razzi in Parlamento e non succede nulla. Non abbiamo il cervello da cittadini. Abbiamo il cervello da sudditi.
Dal mondo cattolico sono arrivate queste scorie, solo nel mondo cattolico possono essere smaltite. Perchè da cattolico mi chiedo: è questo ciò che vogliamo salvare dell’esperienza cattolica? Lasciare che le Chiese si svuotino, che la gente non preghi, ma che si salvino i pensieri dello Stato pontificio che abbiamo portato capillarmente in tutto il Paese? Il modello di società di ispirazione cattolica che vogliamo lasciare alla storia è questo, quello del Marchese del Grillo?
Io dico di no. Mi chiedo se qualche vescovo che ha tanta voglia di abbandonare le tradizioni voglia magari iniziare da questa. Bisogna far fuori il Marchese del Grillo che è dentro ciascuno di noi. E allora forse anche gli altri scopriranno di essere qualcuno.