Un’ambulanza in via Cavour: la fortuna di vivere in Romagna
Ambulanza in via Cavour. Stavo camminando per via Cavour, a Ravenna, quando un suono di sirene mi ha messo sull’attenti. Mi giro e tutta la folla che riempiva la strada dello shopping si apre come il Mar Rosso davanti a Mosè. Mi sposto anche io e l’ambulanza mi passa a fianco, spegnendo le sirene.
Si ferma davanti a Zara e veloci come due saette due infermieri entrano dentro il negozio. Purtroppo non sono mai riuscito ad abbandonare quel naso da segugio che mi pesa sotto gli occhi e non sono riuscito a non entrare. Al primo piano c’era una ragazzina che si era sentita male, che a quanto pare aveva avuto un piccolo malore.
E lì mi sono ricordato di quando ho avuto bisogno io dell’ambulanza, qualche anno fa. E di come sia arrivata in pochissimi minuti a salvarmi la vita. E lì mi sono anche ricordato di come mi dissi: alla fine i soldi delle mie tasse non finiscono tutti nel cesso.
Non so come stia la ragazzina, immagino fosse solo uno svenimento, e lo auguro a lei e alla famiglia. Ma so con certezza che sono molto fortunato a vivere in Romagna. Perchè avere qualcuno che corre a salvarti e una collettività intorno che lo lascia passare è qualcosa di tutt’altro che scontato.
Nella maggior parte del mondo non ci sono ambulanze. In molti posti dove esiste questo servizio, compresi molti posti in Italia, impiegano ore per arrivare. E in molti posti la gente non le lascia neanche passare, presa com’è dalla propria fretta egocentrica.
Ma in Romagna c’è ancora lo spirito comunitario. Quello spirito che si è manifestato con un sapore anarchico, repubblicano, socialista, comunista, persino (ma non voglio aprire polemiche) fascista. Ma che per me resta sempre il vecchio e genuino sapore cristiano.
Posso essere orgoglioso di vivere in una terra dove scorre ancora il sangue di quelli che hanno strappato alle ingiustizie del mondo un po’ di giustizia terrena? Posso essere orgoglioso della mia Romagna tutta, che mi garantisce ancora un’ambulanza in via Cavour quando ce n’è bisogno?
Puoi, puoi.
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