Scopri i veri confini della Romagna: sei dentro o sei fuori?

Scopri i veri confini della Romagna: sei dentro o sei fuori?

Confini della Romagna

Confini della Romagna. In Romagna c’è la nostra cucina tipica, la nostra lingua, la nostra storia. E soprattutto la nostra zucca dura e piena di sangue mosso. In una parola: la nostra identità. Ma dove inizia e dove finisce la pignatta geografica che contiene tutto questo?

Un sacco di gente, sia in Romagna che fuori, non ha ancora ben chiaro quali siano i confini della Romagna.

Se li chiedi senti recitare la solita storiellina “se chiedi da bere e ti danno del vino sei in Romagna, se ti danno dell’acqua sei in Emilia”. Oppure ti senti raccontare che i confini della Romagna “sono nel cuore”.

 

Ma i confini della Romagna sono una cosa seria e concreta. E a me sinceramente hanno offerto del vino anche a Bologna o a Piacenza.

Storici e geografi sono da sempre pressochè unanimi: i confini della Romagna sono chiari e identificabili. Addirittura Dante (nel 1300), quando dava ai romagnoli dei “bastardi”, aveva le idee chiare di dove fosse la Romagna:
“tra ‘l Po e ‘l monte e la marina e ‘l Reno” (Purgatorio, Canto XIV)
Il Po di Primaro, di cui parlava, non esiste più, ma restano i confini: a nord il Reno, a est il Sillaro e poi gli Appennini, a sud il promontorio di Focara, a est il mare. Semplice no? Vuoi vederli neL dettaglio? Eccoli qui.

I principali dubbi sui confini della Romagna

  1. Bologna non è in Romagna. Ogni tanto qualcuno sostiene che Bologna sarebbe in Romagna e che ne sarebbe addirittura la capitale. Falso. Bologna ha sempre avuto una storia propria e autonoma.
  2. Ferrara non è in Romagna. Mentre si potrebbe discutere di alcuni territori oggi ferraresi, di certo Ferrara non è geograficamente romagnola.
  3. Imola è in Romagna. Le targhe degli imolesi erano “Bo” e oggi stanno finendo nella Città Metropolitana bolognese. Ma Imola e i Comuni vicini rientrano senza dubbio in Romagna.
  4. Per quanto ci siano differenze fra i territori non esistono “Romagne” ma solo una unica Romagna. Qualcuno per fare confusione fa leva sulla differenza del dialetto o della piadina di Ravenna e Rimini e sostiene che non esista una Romagna unitaria. Ma basterebbe fare pochi chilometri per capire che ciò che ci unisce è molto più di ciò che ci divide.
  5. San Marino, anche se è uno Stato indipendente, culturalmente e geograficamente appartiene all’area culturale romagnola.

Quindi di certo sono in Romagna Ravenna, Rimini, Forlì, Cesena, Imola, Faenza e Lugo. E ci sono anche Riccione, Cervia, Cesenatico, Santarcangelo, Bellaria, Savignano, Cattolica, Bagnacavallo, Forlimpopoli, Misano, Alfonsine, Russi, San Mauro, Bertinoro, Massa Lombarda, Gambettola, Coriano, Meldola, Verucchio. Per citare in ordine solo i paesi con più di 10 mila abitanti.

Sei dentro o sei fuori? Altri dubbi sui confini della Romagna?

FORSE POSSONO INTERESSARTI ANCHE

LE DIECI PAROLE ROMAGNOLE CHE TUTTO IL MONDO CI INVIDIA

SEI ROMAGNOLO? SCOPRILO CON IL TEST DI ROMAGNOLITA’

33 MOTIVI PER ESSERE FIERI DELLA ROMAGNA

PATACCA: 9 USI PRATICI DELLA PAROLA PIU’ MAGICA DEL MONDO

ROMAGNACITY: 5 MOTIVI PER CUI MERITIAMO DI ESSERE UNA CITTA’ METROPOLITANA

17 commenti su “Scopri i veri confini della Romagna: sei dentro o sei fuori?”

  1. Condivido che la Romagna abbia dei confini geografici e storici definiti, però non è così chiaro quali siano realmente i confini sentiti dalla popolazione, questo perché la gente si sposta nei vari paesi e nelle varie città, ad esempio molti si trasferiscono dalla montagna alla pianura oppure cambiano città di residenza.
    Per esempio, nonostante Rimini sia pienamente Romagna (al centro della cd. “Romània” storica) è ritenuta da moltissimi forlivesi e ravennati già un po’ “marchigiana” a causa della sua posizione un po’ periferica da quello che loro considerano il vero “triangolo” della Romagna, ovvero Forlì – Cesena – Ravenna.
    In realtà non è del tutto sbagliato dire che esistono più “Romagne”, ognuna delle quali gravita su un territorio specifico: come fai a dire che le tradizioni di Bagno di Romagna e Verghereto non risentono della vicinanza con la Toscana?
    Oppure che a Cattolica e Gabicce non ci siano delle tradizioni che derivano dai contatti secolari con la vicina Pesaro?
    E poi Tavullia è in Romagna o nelle Marche?
    E Gradara?
    E Comacchio è in Emilia o in Romagna?
    Come vedi non c’è un confine così netto, ogni luogo subisce gli influssi delle realtà limitrofe, per me che sono riminese Faenza e Imola sono già mezze bolognesi, nel dialetto, nella cucina, nel modo di fare della gente…
    Allo stesso modo per cui a Ravenna avverto già qualcosa di ferrarese, in particolare le paludi e le pinete la avvicinano tantissimo a Comacchio, tant’è che da Cervia in su è molto popolare l’anguilla, mentre a Rimini si mangia pochissimo.
    La Romagna è nata nell’Alto Medioevo grazie agli influssi dell’impero bizantino sulla costa che ha cercato di riunire territori prima divisi, così è nato ad esempio l’Esarcato di Ravenna.
    Prima di quest’epoca però c’erano delle differenze anche importanti fra un luogo e l’altro che in parte sono rimaste, per esempio Rimini è stata fondata dagli Umbri e poi è passata ai Galli Senoni prima della conquista dei Romani (Ager Gallicus) mentre Ravenna apparteneva agli Etruschi (non so se è stata anche umbra per un breve periodo) e poi è passata ai Galli Boi e ai Galli Lingoni, ma non ha mai fatto parte dell’Ager Gallicus, che aveva come confine settentrionale il Rubicone (“Alea iacta est”).
    È chiaro che nel tempo ci sono stati molti rimescolamenti e la via Emilia ha permesso molti scambi fra il nord e il sud della regione, senza dimenticare le altre vie di collegamento, però rimane il fatto che un riminese fa fatica a capire il dialetto di Ravenna e sente subito se uno ha l’accento di Cesena o Forlì, e penso che questo valga un po’ per tutti gli abitanti della Romagna (non parliamo poi della Romagna-Toscana!).

  2. discorso vero, ma vale per qualunque territorio. ma allora perchè dobbiamo applicare tutti questi scrupoli alla Romagna e agli altri no? perchè non parliamo di “Italie”, “Lombardie”, “Piemonti”? Perchè non aboliamo tutti i confini e di qui a Pechino facciamo un’unica confomrazione amministrativa?

  3. Infatti sono d’accordo che la Romagna è un’unità territoriale e socio-culturale storica (di cui orgogliosamente faccio parte 🙂 ), però allo stesso tempo non si possono trascurare le differenze tra un’area e un’altra, per cui la vedo più come regione che come provincia.
    Dico questo perché da tanto tempo si parla di accorpamento delle province e della costituzione di un’unica provincia romagnola, comprendente Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna.
    Rimini in una provincia del genere avrebbe un ruolo del tutto marginale, per noi sarebbe come tornare sotto Forlì (e i riminesi hanno lottato tanto per avere la provincia autonoma!); in più molti forlivesi non stimano per niente Rimini, a partire da Mussolini (“scarto della Romagna e rifiuto delle Marche”) e arrivando al poeta Rondoni, che non perde mai l’occasione di mettere in dubbio la romagnolità di Rimini (l’ho sentito con le mie orecchie).
    Ecco perché non mi sembra giusto unire due campanili così diversi, e poi ogni Romagna ha le sue particolarità, perché volere a tutti i costi “omogeneizzare” e non invece mettere in risalto tutte le sfaccettature della nostra regione, come se fossero i tasselli di un puzzle?
    Tra l’altro in una cartina di un romagnolo “purista” ho visto includere alcuni territori che con la Romagna non c’entrano nulla, come i comuni di Sestino e Badia Tedalda (provincia di Arezzo); se includiamo quelli, tanto vale includere la provincia di Pesaro-Urbino, e anche se Pesaro non è Romagna in senso storico, è però molto più romagnola dei comuni sopra citati, a partire dal dialetto e dalla cucina (si fanno i cappelletti, i passatelli e la piadina).
    E poi vorrei sapere se Comacchio va inclusa come exclave, anche se a me i comacchiesi non sembrano molto romagnoli (forse sono un po’ emiliani e un po’ veneti).

  4. se riesci ad ottenere una regione autonoma fammi un fischio, ti seguo. per il momento pare si riesca ad avere un’area vasta unica, che sarebbe già molto.
    quanto a Comacchio nessun dubbio mai sollevato da nessuno: non è mai stata Romagna né mai dovrà esserlo.

  5. allora tavullia e’ nelle marche perche’ e’ in provincia di pesaro/urbino
    valentino rossi e’ marchigiano e non romagnolo come sostengono molti giornalisti sportivi e non

  6. ma quello che mi fa’ arrabbiare non perche’ ce l’ho con la romagna,ma ogni volta che si parla di riviera adriatica,si parla solo della bellissima romagna le sue spiagge e altro
    l’adriatico inizia da venezia e arriva in puglia
    e poi non sono cosi’ belle le spiagge se ogni anno prendono meno bandiere blu
    ogni anno gliene tolgono qualcuna
    mentre qui nelle marche siamo sempre sul podio da diversi anni

  7. Antonio Pancaldi

    Condivido in pieno la collocazione geografica, l’unico aspetto su cui non sono d’accordo con la credenza comune è che la regione Emilia Romagna sia divisa in due, al tempo dell’adesione al regno d’Italia l’Emilia intera, da Rimini a Piacenza aderì al nuovo stato, come si.può edere bella sala del Plebiscito el alazzo dell’Archiginnasio a Bologna, ed in effetti la via Emilia originaria va da Rimini a Piacenza, poi prolungata fino a Milano. Fu in seguito, nel ventennio fascista, che si aggiunse il nome Romagna per distinguere la zona che tu hai ben delineato come confini, così come.si spostarono i confini tra Emilia Romagna e Toscana per inglobare in provincia di Forli le fonti del Tevere. Si può quindi dire, a mio avviso, che la regione Emilia comprende una zona chiamata Romagna, una zona di radici storiche e dialettali, anche se il dialetto romagnolo parlato a Forli in particolare non è così diverso dal bolognese, se non per la cadenza, per la chiusura si certe vocali e per alcune parole che hanno evidentemente origini diverse. Detto questo diventa difficile includere o escludere paesi come Castel San Pietro o Medicina che come Imola sono in provincia di Bologna ma hanno forti influenze, almeno dialettali nel romagnolo. Di sicuro la zona adriatica della provincia di Ferrara non mi pare possa essere inclusa in Romagna, anche solo dal punto di vista linguistico il comacchiese non ha niente a che vedere col romagnolo o con altre parlate circostanti, al limite conosco persone di Argenta che parlano con una inflessione romagnola, ma è un po’ la stessa cosa in tutti i confini tra altre provincie della regione.

  8. Argenta, come Lugo, faceva parte della Romagna estense, a sud del Po di Primaro/Reno.
    Sono Romagna (Toscana) Marradi, Firenzuola e Palazzuolo. Se Rimini è Romagna lo deve essere anche tutto l’Ager Gallicus (Senone), quindi arriviamo fino a Pesaro e oltre.
    Comacchio è Polesine come Ferrara, NON è Emilia.
    Bologna era la capitale (sede del legato pontificio) della Provincia Romandiolae che arrivava fino al fiume Secchia.
    Giusto per chiarezza.

  9. Sì ma così entriamo nell’orizzonte delle opinioni. Basta leggersi la Romagna di Emilio Rosetti per trovare confutate queste opinioni.

  10. Anche pesaro e provincia (salvo alcune zone periferiche verso l’umbria) sono culturalmente, a livello dialettale, eno-gastronomico e storicamente romagnole..

  11. Mi spiegate per favore perchè FIRENZUOLA dovrebbe essere in Romagna? Marradi e Palazzolo ok, ma Firenzuola non c’entra assolutamente nulla. Poi: Valentino Rossi potremmo dire che è sia marchigiano che romagnolo, in quanto Tavullia è nelle Marche ma fa parte a tutti gli effetti della romagna storica.

  12. Paolo janko boldrin

    É un bel casino mia mamma era di Argenta. E se io vado a Cesenatico ad esempio capisco tutto perfettamente! Se vado a Copparo ad esempio è un altro dialetto, non c’entra niente, i confini sono molto labili, già all’interno del comune stesso di Argenta cambia tantissimo, San Biagio frazione di argenta è praticamente Romàgna, consandolo ha un dialetto essendo 10 chilometri più a nord che è già ferrarese puro! Affascinante ma un bel armasdel!

  13. Vorrei giusto far presente che lo Stato pontificio era suddiviso in dipartimenti. Uno di questi si chiamava dipartimento delle Romagne (al plurale), ha avuto come ultimo governatore Leonetto Cipriani e aveva per capoluogo (non capitale visto che non era uno stato) Bologna. Il plurale è storicamente usato anche per le Calabrie, gli Abruzzi e le Puglie. Non capisco perché si vada così indietro per delineare i confini della Romagna mentre non si tenga conto di ciò che è accaduto nella storia moderna e contemporanea subito prima di noi. Nel contempo si commette l’errore di considerare le province come se fossero realtà immutabili, quando sono arrivate solo con le modifiche alla legge Rattazzi post unità d’Italia del 1865 e sono state riformate varie volte da allora ad oggi; gli eventi più importanti sono stati l’istituzione della provincia di Rimini per distacco dalla provincia di Forlì, previsto nel 1992 e attuato nel 1998, il cambio di denominazione della provincia di Forlì in provincia di Forlì-Cesena nel 1995, e il passaggio dei comuni dell’alta Valmarecchia dalle Marche all’Emilia-Romagna, e dunque dalla provincia di Pesaro e Urbino a quella di Rimini, nel 2009.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *