Bagnino di salvataggio: ebbene sì, ora posso dire di essere pure quello

Bagnino di salvataggio: ebbene sì, ora posso dire di essere pure quello

bagnino di salvataggio

Ce l’ho fatta. Sono diventato un bagnino di salvataggio. Questa mattina ho passato le prove e ho ottenuto il brevetto. Ora non so se andrò mai a lavorare davvero su una torretta, ma la mia sfida l’ho già vinta.

Sì, perché diventare bagnino di salvataggio è tutt’altro che un’impresa facile. Specialmente se non lo fai a 18 anni, ma con un corpo un po’ più anzianotto, abituato al massimo ad andare a margherite nei prati.

Da anni faccio il mental coach. Aiuto le persone a mettere ordine e a trovare la propria strada, per quanto strampalata o fuori dagli schemi sia. Perchè non avrei dovuto seguire anche io un richiamo interiore, per quanto improbabile fosse?

Chiunque mi conosca sa che con la spiaggia ho un rapporto veramente malato. Da maggio e ottobre da sempre faccio orari d’ufficio con i piedi sulla sabbia. Ma non è stato neanche quello il motivo primo della mia idea di fare questo percorso lungo e complicato.

L’idea che mi ha accompagnato in questi tre mesi è quella dell’uomo che salva. Sì, il salvatore. Perchè un bagnino, se è ben preparato e ha coscienza di sè, finisce che ti salva la vita. Ma te la salva veramente. Un po’ come Gesù. Solo che Lui sulle acque ci camminava. Io invece ci ho dovuto penare dentro.

Il mio percorso è iniziato all’inizio della scorsa estate, quando ho riniziato a nuotare. In mare all’isola d’Elba. Da allora ho cercato di tenermi in allenamento per come ho potuto, visitando le piscine della zona.

Poi ho deciso di fare il salto e ho contattato Simona, l’istruttrice e una dei due boss dei bagnini di Ravenna. Lei potrebbe essere la protagonista di un mio racconto, perché è veramente un personaggio unico. Una femmina da dieci e lode che riesce però a imporre la sua autorità come un sergente istruttore. Non so come faccia ma la ammiro. Chapeu.

Dal 1 febbraio a ieri ho fatto gli allenamenti con i ragazzi, per la stragrande maggioranza diciottenni e pure più giovani. Due giorni alla settimana piscina, un giorno teoria, e con il bel tempo pure le voghe in mare. Con i ragazzi mi sono trovato benissimo, sono nate nuove amicizie e siamo stati una bella squadra. D’altra parte resto sempre teen inside.

Ma vi assicuro che è stata veramente dura. Fisicamente dura. Non ho fatto il servizio militare ma questa è l’esperienza che credo gli si avvicini di più. E posso dire di aver messo nel cassetto anche questo. Il servizio militare di un romagnolo militante. Il brevetto da bagnino di salvataggio.

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