Capitolo VIII
la bellezza che salva il mondo
‘Solo la bellezza può salvare il mondo’ risposi a quella brutta creatura pelosa che voleva io tornassi a casa. E facendo solo due passi in più arrivai all’ultimo tratto di scoglio prima dell’immensità del mare. Feci un salto, un po’ come quando nacqui, e venni tratto in basso, fino a sprofondare in un abbraccio del mare. Tutti i miei sensi si annullarono, chiusi gli occhi e non vidi, tappai le orecchie e non sentii, serrai il naso e non sentii odori. Il mio corpo iniziò a sprofondare verso gli abissi, trascinato verso le profondità marine. Ero avvolto dall’infinito acqueo e mettendomi in contatto con lui si formarono nella mia mente immagini e suoni. Mi apparve un viso anziano, su cui i secoli della storia avevano dipinto la saggezza. Mi sorrise, svelandomi una bocca antica quanto il mondo. E da quella bocca uscì un suono, chiaro e nitido, che mi esplose nella testa: ‘Monserrato! Monserrato!’. Non capii che significato potesse avere. Poi iniziai a sentire il cuore che batteva all’impazzata, gli occhi che volevano aprirsi per farmi tornare al mondo, i polmoni che volevano contrarsi per avere ossigeno. Mi resi conto che stavo semplicemente affogando. Aveva forse ragione la creatura che voleva tenermi lontano dal mare? Era questa la mia fine terrena?