L’Unione Alchemica

L’Unione Alchemica

L’Unione Alchemica, alchimia postcontemporanea, Paolo Gambi

Poche parole per l’unione alchemica, qui non girano bene i meccanismi della ragione, nel territorio dove pulsa la Ragione universale, questo è orizzonte per chi queste conoscenze le ha già sperimentate nel cuore

Anziano l’Occidente

sorridente incontra il giovane futuro

“Et erunt duo in carne una”

“E saranno due in una sola carne” (Genesi 2:24)

alla fine tutto è tenuto insieme dall’amore e potremmo finire qui le parole

Ecco l’apice del cammino alchemico, dove il Re e la Regina, l’Anima e lo Spirito, il Sole e la Luna, si abbracciano nella luce ultima, quella della rubedo, l’opera rossa, il bianco e il nero si fondono e nella loro unione nasce l’oro vivo

Il Re occidentale, anziano e intriso di conoscenza, porta la memoria del tempo, la Regina, giovane e nera come la bellezza dell’Africa, così antica e così nuova, reca in sé la promessa del futuro

uniti, sono l’eterno presente, i loro corpi si intrecciano come l’albero e la linfa, come il verbo e la carne

Intorno a loro, rubini. Pietre vive, cristalli del sangue trasfigurato, coagula del lavoro interiore, simboli della perfezione raggiunta dopo la dissoluzione, della bellezza che fiorisce dal sacrificio

“Quod est inferius est sicut quod est superius, et quod est superius est sicut quod est inferius ad perpetranda miracola Rei Unius” (Tabula Smaragdina)

Questo è il matrimonio alchemico, le nozze sacre, la “coniunctio oppositorum” che piaceva a Jung,

e non dimentichiamo che la “coincidentia oppositorum” per Cusano era territorio di divinità

non più lotta tra maschile e femminile, ma danza, non più il tempo della guerra, ma il tempo dell’abbraccio, il Re e la Regina sono uno, e in quell’unità l’opera è compiuta

Rubedo è fuoco trasfigurante, è passione nobilitata, è sangue non di morte, ma di vita, è l’incarnazione dell’amore che redime, che fonde l’umano col divino

“Vidi un cielo nuovo e una terra nuova” (Apocalisse 21:1)

Il Re e la Regina, l’uomo e la donna, l’opera e l’artista, l’oro e lo spirito, è compiuto

e l’unità avviene solo nel meccanismo dell’amore, ma di quell’Amore con cui Dante chiude la Commedia, “Amor che move il sole e l’altre stelle” (Dante, Paradiso XXXIII)

Finis coronat opus


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