Elio Flauto Magico. Non ci sono doppi sensi, come ci si potrebbe aspettare da Stefano Belisari, alias Elio: il flauto è effettivamente un flauto e magico significa proprio quello che intendeva Mozart. Ma c’è una straordinaria messa in scena di una delle più straordinarie opere del genio di Mozart (nella trascrizione di F.J. Rosinack), raccontata da Elio, cantata da lui e dal soprano Scilla Cristiano e accompagnata dall’Ensemble Berlin, formata da alcuni musicisti dei Berliner Philharmoniker tra cui spicca Cristoph Hartmann.
Chi non l’ha visto faccia di tutto per vederlo. Io l’ho visto a Ravenna ma credo ci siano molte altre date. La performance di “Elio Flauto Magico” fa sorridere e sorprende. Riesce a raccontare (in italiano) in maniera leggera e lieta l’intricata vicenda che siamo stati abituati a sentir cantare in tedesco. E inframmezza il racconto con alcune delle delizie musicali mozartiane.
Bisognerebbe portarci bambini e ragazzi delle scuole.
Il tono infatti, proprio come suggerisce il suo ingresso, rimane sempre quello che si terrebbe se si parlasse a dei bambini. E forse anche per evitare la caduta in quei doppi sensi che la storia di Elio suggerirebbe, Papageno non è più un uccellatore, ma un “cacciatore di uccellini”.
Ciò che sorprende più di tutto è ciò che Elio afferma fuori dalla messa in scena. “Allarme rosso per la musica classica e l’Opera”, “dobbiamo fare di tutto per salvare il nostro patrimonio culturale”, “noi italiani se vogliamo possiamo essere i migliori del mondo”.
Lo avessero detto Alberto Angela o il Maestro Muti sarebbero forse sembrate frasi scontate. Dette da Elio assumono la carica di tutto quel largo popolo di cui lui detiene le simpatie. Che non credo affolli abitualmente i teatri.
Forse con la distensione delle Storie Tese Elio vuole davvero diventare un divulgatore della musica classica?
Se questa era una prima prova non si può che dire che ha funzionato alla grande. Grande Elio Flauto Magico.
FORSE TI INTERESSA ANCHE