Verità: che significa questa parola nell’era dei social?

Verità. Chi si occupa di poesia o di arte sa quanto questa parola sia continuamente strappata da turbinii di ottusità ed egoismo.

Internet è un mare stracolmo di bugie, menzogne, realtà manipolate. E molti le vendono per vere. Ma se questo è possibile lo è almeno per due motivi.

Il primo è che questa nuova civiltà delle macchine sta costruendo un nuovo inconscio collettivo e un nuovo modo di costruzione della conoscenza. Come ha sottolineato il rettore della Normale di Pisa (e prima di lui, in modo ancora più chiaro Kathrin von Hohenstaufen) il meccanismo degli algoritmi di google e dei social contribuisce alla chiusura delle persone in una bolla di consenso su qualunque tesi uno voglia sostenere.

Anche che la terra è piatta.

Il secondo motivo è semplicemente che le persone non sono più abituate al vero. La maggioranza degli umani che popolano le nostre città non sa più confrontare i pixel che compaiono sugli schermi con un’alba in riva al mare, o con la distesa di un bosco in una valle. Confondiamo i bit artefatti che formano la dimensione informatica con la realtà della natura che ci circonda.

E così la gente che popola internet – non importa cosa faccia fuori – si divide in varie categorie in base al proprio rapporto con la verità.

Le categorie del popolo di internet in relazione alla verità

  1. I dogmatici. Ci sono quelli che hanno la necessità di dogma. Di verità indiscutibili, decise da qualcun altro, che diventano filtro per tutto il resto. E passano il tempo sui social a cercare di usare il proprio dogma come clava contro chi la pensa diversamente.
  2. I conformisti. Sono le persone che credono a qualunque cosa venga detta o scritta. Sono quelli e quelle che una volta dicevano “l’han detto in televisione”. Oggi dicono “è scritto su internet”. Non importa se lo hanno letto su lercio.it
  3. I complottisti. Quelli che non credono a niente di ciò che viene sostenuto da organi ufficiali o mezzi di informazione tradizionale. Ma, convinti che esista un segreto che “ci hanno tenuto nascosto” (ma non si sa mai chi sia il soggetto delle loro frasi) credono solo a quello che viene scritto in siti improbabili con il suffisso .ru
  4. I menefreghisti. In una confusione del genere nasce un’ulteriore categoria di persone: quelli che se ne fregano. Li vedete passare i propri pomeriggi a ridere guardando i meme confezionati dai bimbiminkia tredicenni. Smettono di interessarsi di qualunque cosa abbia anche solo il retrogusto dell’approfondimento. Poi però vanno a votare.

Alla fine verità è ciò che neppure andrebbe detto. Verità è ciò che né io né te possiamo possedere. Ma di cui non possiamo fare a meno.


Commenti

2 risposte a “Verità: che significa questa parola nell’era dei social?”

  1. Avatar Crisbaby5
    Crisbaby5

    Interessanti distinguo delle categorie di persone. Concordo. Invece sull’alba no dai Paolo l’alba la riconisciamo tutti. Baci

  2. […] En ces jours de troubles de la guerre, Internet est envahi de contenus allant des sombres détails des blessures que la haine de la guerre creuse dans la chair de l’humanité, aux leçons géopolitiques d’influenceurs qui, jusqu’à la veille, n’étaient experts que dans la lutte. contre l’épilation axillaire. Mais dans ce scénario contemporain, la capacité de voir la réalité sans le brouillard de l’émotion du moment et surtout d’un point de vue qui peut montrer quelque chose de plus que l’angle visuel de sa tribu semble devenir chaque jour plus évanescente. Bref, l’absence injustifiée est le vérité. […]

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