Divina commedia: dieci motivi per sfidare la scuola e leggersela da soli

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Divina Commedia. Inizio dicendo subito che bisogna lasciar da parte i riassunti. Ma non perché Dante non gradirebbe e vi farebbe fare la fine del Conte Ugolino. La più straordinaria opera mai scritta va letta per bene perché può cambiarti la vita. Un Caronte al contrario che può portarti dall’inferno al paradiso.

Studiarla a scuola significa farla diventare “dovere”. Nel nostro cervello diventa coinquilina dei logaritmi, di Giolitti, dei vettori della fisica e delle giustificazioni per il ritardo. E così finiamo, per esempio, per non lasciar passare il messaggio di umanesimo di Ulisse nel canto 26 dell’inferno.

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Ecco allora 10 motivi per leggersela per conto proprio:

  1. Non c’è opera che racconti in modo più profondo l’animo umano. Chi conosce la Divina Commedia sa quanto sia efficace nel suo viaggio dentro le profondità del mistero umano. Leggerla significa fare un viaggio importante dentro se stessi. Leggerla costituisce un vero e proprio cammino di crescita personale. Altro che Tony Robbins!
  2. Leggendo un solo libro capirai l’intero Medioevo. La grandezza di Dante come scrittore è stata anche quella di imbrigliare nella sua opera l’intero Medioevo. Il suo libro è in realtà il riassunto di un’intera era, con i suoi valori, le sue convinzioni, le sue paure. La Divina Commedia vale più di cento manuali di storia medievale.
  3. Riassume il miglior spirito del cristianesimo. Dante era un vero cristiano. Un cristiano di certo non clericale, ai confini della laicità – Foscolo lo definirà “ghibellin fuggiasco” – ma sempre attento alla mistica. Forse più che mille preti per capire il cristianesimo bisognerebbe aprire il cuore a Dante.
  4. Ti mostra cosa c’era nella cultura classica. Il racconto della Divina Commedia è strapieno di immagini della mitologia classica. Cerbero, Minosse, Ulisse sono solo alcuni dei personaggi che appaiono all’inferno. In un inferno segnato geograficamente dai riferimenti antichi, dallo Stige all’Acheronte. Ma Dante ha il coraggio persino di evocare Apollo in paradiso. In lui non è riassunto solo il cristianesimo medievale ma anche l’antico paganesimo greco-romano.
  5. É pura poesia. Chiunque sia appassionato di versi sa che nella Divina Commedia può trovarne alcuni dei più belli mai scritti. Padroneggiando una lingua italiana stupenda l’opera di Dante si staglia come una delle più straordinarie forme di poesia che siano mai state scritte.
  6. Ti fa sentire fiero di essere italiano. Mancavano ancora secoli all’unità sabauda dell’Italia. Eppure Dante è capace di dare uno sguardo d’insieme alla penisola, a vederla e raccontarla nelle sue meraviglie e nei suoi limiti. In italiano. Pochi come lui sono stati capaci di amare l’Italia per ciò che veramente è sempre stata.
  7. Fa gossip. Non esisteva ancora Dagospia né Chi. Eppure Dante con grande stile racconta i retroscena, gloriosi o scabrosi, di molte celebrità della sua era. E per noi che lo leggiamo oggi risuonano gli schemi familiari del gossip.
  8. Ti fa capire che gli esseri umani sono sempre stati gli stessi. Raccontando vizi e virtù degli uomini conosciuta al suo tempo Dante ti fa sentire parte di una umanità che non cambia. Vizi e virtù sono rimasti sempre gli stessi. É consolatorio. E zittisce i profeti di sventura che dipingono questa era in modo cupo.
  9. Fa capire cosa sia l’amore. Al centro di tutta l’opera dantesca c’è l’Amore. Quello che manda all’inferno Paolo e Francesca nel canto 5. Ma che alla fine è lo stesso che “move il sole e l’altre stelle” alla fine del suo lungo viaggio. Un poeta come lui non poteva non leggere tutto attraverso lenti d’amore.
  10. Dante è universalmente riconosciuto come uno dei grandi della storia. Va bene che oggi ci sono la Rowling e Ken Follett ma Dante è da secoli universalmente conosciuto come uno dei grandissimi letterati della storia. In compagnia di gente come Omero, Shakespeare, Goethe.

Insomma, la Divina Commedia va semplicemente letta, gustata. E accolta nel cuore.

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