Poesie d’amore, eccone qualcuna

Poesie d’amore, non smettono mai di piacere, eccone qualcuna

poesie d'amore paolo gambi

Le poesie d’amore sono un successo antico e sempreverde, piacevano agli antichi, continuano a piacere nel presente. Ne ho scritta qualcuna anche io, qualche anno fa, usando il linguaggio che si parla su wattpad.

Sarà che l’amore è il mistero più grande che ci esplode dentro e la poesia è lo strumento più efficace per tradurre il mistero in parola, fatto sta che ogni generazione legge e scrive poesie d’amore. Ve ne propongo qui qualcuna, pescando fra le infinite che si potrebbero scegliere. Le prime sono conosciute, le altre sono mie selezioni. Buona lettura!

Carme 5 di Catullo

Viviamo, mia Lesbia, e amiamo
e ogni mormorio perfido dei vecchi
valga per noi la più vile moneta.
Il giorno può morire e poi risorgere,
ma quando muore il nostro breve giorno,
una notte infinita dormiremo.
Tu dammi mille baci, e quindi cento,
poi dammene altri mille, e quindi cento,
quindi mille continui, e quindi cento.
E quando poi saranno mille e mille
nasconderemo il loro vero numero,
che non getti il malocchio l’invidioso
per un numero di baci così alto.

(Traduzione di Salvatore Quasimodo)

SONETTO 116 di William Shakespeare

Non sia mai ch’io ponga impedimenti

all’unione di anime fedeli; Amore non è amore

se muta quando scopre un mutamento

o tende a svanire quando l’altro s’allontana.

Oh no! Amore è un faro sempre fisso

che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;

è la stella-guida di ogni sperduta barca,

il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.

Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote

dovran cadere sotto la sua curva lama;

Amore non muta in poche ore o settimane,

ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio.

Se questo è errore e mi sarà provato,

io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.

TOCCARE di Octavio Paz

Le mie mani
aprono la cortina del tuo essere
ti vestono con altra nudità
scoprono i corpi del tuo corpo
le mie mani
inventano un altro corpo al tuo corpo.

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale – Eugenio Montale

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Accarezzami di Alda Merini

Accarezzami, amore
ma come il sole
che tocca la dolce fronte della luna.
Non venirmi a molestare anche tu
con quelle sciocche ricerche
sulle tracce del divino.
Dio arriverà all’alba
se io sarò tra le tue braccia.

QUANDO DIO CREÒ L’AMORE di Charles Bukowski


Quando Dio creò l’amore non ci ha aiutato molto
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
quando Dio creò l’odio ci ha dato una normale cosa utile
quando Dio creò Me creò Me
quando Dio creò la scimmia stava dormendo
quando creò la giraffa era ubriaco
quando creò i narcotici era su di giri
e quando creò il suicidio era a terra

Quando creò te distesa a letto
sapeva cosa stava facendo
era ubriaco e su di giri
e creò le montagne e il mare e il fuoco
allo stesso tempo

Ha fatto qualche errore
ma quando creò te distesa a letto
fece tutto il Suo Sacro Universo.

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