La rosa del dono

La rosa del dono

La rosa del dono

Dono, dici, dono
abbandono a idee serene
nulla mi appartiene

Dono, pensi, dono
attesa di inesistente ritorno
nessuno ringrazia il viburno

Dono, speri, dono
chi pianta datteri non mangia datteri
alberi della vita parlano lingue secolari
tu fai fai fai poi te ne vai

Il dono vero inizia il suo prodigio
nel mare in cui affoga l’ego

Mauss Mauss Mauss

Non mi arrendo
all’orrendo capitalismo
ismo di ismi
prismi di luce oscura
menzogna, disgusto, paura

mondo inchiodato sulla poco gloriosa croce di un capitalismo che da mezzo si è fatto fine e ha inquinato ogni istante del tempo fino a toglierci l’eternità

Tutto è in vendita, ogni cosa è un prodotto, non esiste nulla che non abbia un prezzo, ecco, il capitalismo senza briglie divora tutto e rende tutto liquido, terribilmente liquido e noi ci affoghiamo dentro, consumatori o consumati, produttori o prodotti, ma l’arte no, l’arte non può, l’arte deve salvarsi perché può salvarci

Ogni cosa ha un’anima e io voglio rispettarla, gli angeli non si pagano ad ore, le anime non hanno ceto e il mistero non può avere un prezzo, ecco, quello che faccio con la poesia e l’arte voglio renderlo DONO, un dono che parte dal mio motto POESIA DAPPERTUTTO e che vorrebbe creare una grande, o piccola, catena di dono, un’isola stabile nel mare liquido della logica di mercato, dove verità, libertà e bellezza possano vivere e prosperare e non possono avere un valore economico i versi che ci salvano la vita o l’arte che porta in superficie il profondo, non si può chiedere un pedaggio per il ponte che unisce gli umani al mistero

inutile criticare il capitalismo se poi l’Arte diventa mercato, bisogna tornare a donare

Il dono è una rosa bianca

La rosa si apre, non chiede, si offre
chissà se soffre

Rosa bianca, candida figlia dell’albedo,
fiore del mattino dopo la notte dell’anima —
I suoi petali non sono recinti,
sono braccia aperte
creatura generosa,
così piena di bellezza che non sa far altro che offrirsi ad ogni cosa

Il dono è gratuito, divino
pioggia che bagna le spine e i gigli
senza dono non si fanno figli

Solo ciò che muore nel dono risorge in oro

È scritto:
«Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8).

Non c’è amore senza dono
Non c’è arte senza dono
Non c’è Dio senza dono

La rosa non parla, canta
santa e silenziosa, come cosa eterna

Offrire sé stessi,
come la rosa che si apre ogni mattino
senza sapere se qualcuno la guarderà
ecco la vera libertà

la rosa bianca continua a sbocciare
sui cigli delle strade più dure,
fra le cure dei santi silenziosi,
sulle tombe dei martiri ammazzati,
sugli altari degli innamorati

Un giorno tutto finirà:
la parola, la guerra, il libro, il trono
resterà solo ciò che è stato dato in dono

Il dono è l’impronta dell’eterno
primavera dopo l’inverno

Il contemporaneo è cartapesta sopra al capitalismo
Il postcontemporaneo cerca l’Oltre nel dono


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