Rapporto tra arte e poesia, una nuova era?

Rapporto tra arte e poesia: la poesia e le arti visive si rincorrono sin da tempi dimenticati. Altrove ho scritto del rapporto fra pittura e poesia. Oggi, nel contesto dell’arte contemporanea queste due arti possono trovare un nuovo e inedito connubio, radicato in due elementi nuovi: il villaggio globale e l’evolvere della tecnologia.

Rapporto tra arte e poesia

La globalizzazione

Il primo è la globalizzazione. Mentre la pittura e la scultura hanno da sempre avuto l’ambizione di essere linguaggi universali, la poesia, per il suo limite linguistico, è sempre stata espressione delle singole esperienze culturali nazionali. Se anche già Goethe parlava di letteratura universale, nei fatti nessun poeta è mai riuscito a incarnare in modo pieno tutta l’umanità, proprio perché l’umanità non ha un’unica lingua e qualunque poesia tradotta è di fatto un’altra opera. E una delle sfide che la poesia deve affrontare nel presente è proprio quella di capire come uscire dagli oramai sorpassati confini linguistici. E una delle risposte possibili è semplicemente nell’ibridazione con le arti visive. Ma anche le arti visive oggi sono costrette a confrontarsi con un contesto globale in cui la tradizione occidentale deve fare i conti, per citarne una, con le esperienze arabe dove la scrittura si fa decorazione. O con quelle del lontano Oriente, dove la scrittura è già di per se stessa disegno.

Rapporto fra arte e poesia: la tecnologia

Ma per capire meglio serve anche il secondo fattore, cioè lo sviluppo tecnologico. Da un lato, nelle arti visive, l’era digitale ha fatto irruzione in modo oramai definitivo. Dall’altro lato c’è un dibattito che risale ai tempi della messa per iscritto dell’Iliade o addirittura dell’epopea di Gilgames che si chiede se la poesia abbia la sua natura più vera nella scrittura o nell’oralità. L’ibridazione con le arti visive meticciate dalle nuove tecnologie potrebbe dare una svolta a questo dibattito risolvendolo definitivamente. Non è un caso che, per esempio, un poeta come Pasolini (come ha fatto notare Emilio Isgrò) abbia finito per avere successo come regista, fecondando quindi con lo spirito della poesia la prima delle forme artistiche che l’avanzamento tecnologico contemporaneo ha sviluppato, il cinema. Ma la tecnologia sta continuando a correre a velocità smisurate ed è improbabile che non fornisca nuovi importanti spunti.

E forse sarà proprio grazie a questo matrimonio che la poesia potrà uscire dalla palude in cui è rimasta impantanata oramai da troppi decenni. E forse sarà in questo connubio che anche l’arte visiva ritroverà nuovi significati.

Questo è un terreno per pionieri, sperimentatori e folli. Ma d’altra parte tutte gli artisti devono essere di tutto questo un po’.

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