Cantico delle creature: analisi.
Cantico delle creature: analisi
Per capire il Cantico delle creature serve molta pazienza, buona volontà e tempo. Io ho dedicato quasi due anni di studio per partorire un libro che possa fare da bussola fra i versi del Cantico. E credo che il modo migliore per trovare un’analisi esaustiva sia semplicemente leggere il libro. L’ho scritto apposta.
Quello che infatti sembra un testo semplice, elementare, è in realtà intriso di significati mistici, teologici, esoterici, alchemici. Tanto che “Il Cantico delle creature” potrebbe essere considerato il vero testamento di San Francesco d’Assisi. Ma non basta leggerlo per capirlo.
Ad una prima lettura la più bella poesia italiana può apparire un tentativo un po’ naif di dire che è tanto bello lodare Dio e che le creature sono tanto buone. In tanti, alla fine, ce lo raccontano così.
Se però ci entriamo dentro scopriamo che ogni parola apre in realtà un mondo in cui è facile perdersi. L’orizzonte è il cosmo, sterminato, a cui con sapienza antica Francesco riesce a dare un ordine. Un ordine che però è molto lontano da quello che noi pensiamo.
Parte infatti dal cielo, dal sole, la luna e le stelle, per poi scendere fra gli elementi.
Ma come lo fa lui non lo fa nessuno. Fra gli astri si annidano infatti possibili significati nascosti. Ad iniziare da quelli legati al Papato (il sole) e l’Impero (la luna) che un papa suo contemporaneo aveva teorizzato. Ma se così fosse troveremmo un Francesco inaspettato. Ma fra gli astri inizia anche la grande questione francescana, che è quella femminile: con linguaggio cortese, forse, Francesco omaggia Chiara. Ma di certo omaggia il femminile, incastonandolo in modo armonioso con il maschile.
E poi c’è l’alchimia. Quell’antica arte di vedere il cosmo come un tutt’uno, in cui trovare strade per ricreare un rapporto con la materia (la pietra filosofale), far funzionare meglio il corpo (l’elixir di lunga vita) e soprattutto trovare un rapporto equilibrato con il tutto. Che sia proprio un caso che molti dei grandi alchimisti medievali erano francescani? Che sia un caso il fatto che Frate Elia, braccio destro di Francesco, fosse un importante alchimista?
Forse non basta neppure un libro per capire la profondità di questa straordinaria poesia…