Poesia postcontemporanea: io ci sono e voi?

Poesia postcontemporanea: io ci sono e voi?

PAOLO GAMBI POESIA POSTCONTEMPORANEA

Poesia postcontemporanea: cos’è?

Il mondo della poesia negli ultimi tempi ha camminato a un passo molto più lento di quello delle altre arti. Mentre infatti quella che viene chiamata “arte contemporanea” ha già iniziato il suo processo di superamento per sfociare nel “postcontemporaneo” – io stesso ho pubblicato il Manifesto del postcontemporaneo e ne ho tracciato alcune caratteristiche – nel mondo della poesia si fatica molto a distaccarsi dai comodi costrutti della modernità, dove la parola stampata di Gutenberg ha creato un nido comodo per i poeti. Infatti il massimo che osano fare oggi i poeti è azzardare a pensare a una “poesia postmoderna”.

L’essenza dell’arte contemporanea è il pancapitalismo, ossia il totale asservimento dell’arte al mercato, con una conseguente totale assenza di un’estetica condivisa. Questo fenomeno è difficilmente applicabile alla poesia, che non è riuscita a diventare un vero e proprio prodotto, tranne qualche raro esempio, come Amanda Gorman negli Stati Uniti o Francesco Sole in Italia.

Dunque la buona notizia è che può esistere la poesia postcontemporanea risparmiando a tutti i terribili dolori che avrebbe potuto avere la poesia contemporanea.

Quali caratteristiche può avere una poesia che superi il contemporaneo?

Essendo una poesia di superamento del contemporaneo, è poesia postcontemporanea quella che presenta determinate caratteristiche che le facciano abbracciare il presente.

  1. Non è una poesia contenuta nei libri. Il libro è uno strumento moderno. Già la poesia postmoderna dovrebbe aver superato quel mezzo.
  2. Avendo superato l’era visiva Gutenberg è prima di tutto una poesia auditiva-tattile, per dirla con McLuhan. Si tratta quindi di una poesia che trova spazio nella performance, nella parola declamata, detta. Ma anche tattile, legata cioè alla dimensione digitale.
  3. Incontra la tecnologia. Nella pervasività dei mezzi tecnologici un poeta postcontemporaneo non può fare a meno di mettere poesia là dove oggi pulsa il presente, qualunque sia il contenitore digitale che si presenta in un determinato momento.
  4. Dovrebbe superare il concetto di omogeneità – uguaglianza tipico del moderno e concentrarsi su uno spazio che riesca a mettere insieme le istanze universaliste della civiltà moderna e quelle particolariste della società tribale digitale.
  5. Incontra le altre arti. Con la fine della iperspecializzazione e della settorializzazione del sapere tipica della modernità, la poesia può finalmente ritrovare il proprio rapporto con le altre arti, la musica e le arti visive.

Queste sono solo alcune prime suggestioni circa la poesia postcontemporanea. Che ne pensate?

4 commenti su “Poesia postcontemporanea: io ci sono e voi?”

  1. Qualche suggerimento? Qualche progetto al quale prendere parte? Nel mio piccolo cerco di dare un contributo (www.caviardage.it) ma anche io aspiro ad una poesia che esca dai libri!

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